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Avatar di Tiziana

Riflessione perfetta. Sto leggendo 'La generazione ansiosa' proprio in questi giorni e devo dire che molto di ciò che viene descritto può essere tranquillamente applicato anche agli adulti, non solo agli adolescenti. Nel mio piccolo, infatti, sono proprio i ragazzi che stanno cercando le interazioni offline, si stanno cancellando dai social, vivono fuori dalla bolla il più possibile, mentre gli adulti non riescono a staccare gli occhi dal telefono, dal mattino, letteralmente appena svegli, fino a scrollare il cellulare come ultima cosa prima di dormire. Notifiche sempre accese, notte e giorno, per la paura di perdersi un like. Preoccupante.

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Avatar di marco iannelli libraio

Andrea intanto grazie per questo articolo molto interessante. La frammentazione attentiva in cui siamo.immersi credo sia intergenerazionale Sono d'accordo con Lancini, psicoterapeuta che si occupa di adolescenza, che il problema investe anche gli adulti e non solo le giovani generazioni. Se questi alzassero lo sguardo dai social e fossero più in ascolto, forse un primo passo verso buone relazioni aprirebbe possibilità inedite all'incontro, al contatto pieno non mediato tra generazioni. Dico questo anche per uscire dalla logica binaria tenofilia irriflessiva, tecnofobia apocalittica tenendo i piedi ben piantati a terra. E parlo come genitore di oltre 60 anni con una figlia ormai 22enne ma che rimane attento al contesto generale senza grandi certezze, ma con la voglia di mettersi ancora in gioco. Considera che assieme a mia moglie " guidiamo" gruppi negli appennini laziali rispettando un'unica regola: attenzione , apertura dei sensi e silenzio. Questi semplici ingredienti spesso rappresentano per molti una vera e propria rivoluzione copernicana. C'è anche chi non viene piuttosto che rinunciare alla " parola" che spesso diventa narrazione autoreferenziale e sconnessa dal contesto.Abbiamo con noi un formatore della federtrek ( ci supporta ed è fondamentale per la sicurezza in montagna) di grandissima esperienza che aveva smesso di portare gruppi in montagna perché esasperato dal dialogo incessante tra camminatori anche nelle salite più impervie o nella bellezza di una faggeta secolare....Lo abbiamo convinto con la promessa che il silenzio fosse il centro dell'esperienza proposta. La bellezza va coltivata accolta ed esperita con una postura interiore che privilegia lo stare sullo sfondo soprattutto quando si è ospiti..Mantica è un progetto che mi piace anche per la declinazione dei temi proposti in modo flessibile e inclusivo .Un caro saluto e alla prossima!

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